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Le leghe professionistiche abbracciano gli esports

10 December 2018
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Dalla NBA 2K League alla ePremier League, passando per la UEFA eChampions League: le leghe professionistiche di tutto il mondo abbracciano il mondo degli esports.

Artreyo Boyd è un ragazzo americano di Cleveland; è alto 190 centimetri e pesa 87 chilogrammi. O forse no. A corrispondere ai suddetti dati di altezza e peso, effettivamente, non è Artreyo, bensì Dimez, l’alter ego virtuale con cui il giovane 24enne è conosciuto in rete, dove gioca regolarmente a NBA 2K. Peraltro cavandosela piuttosto bene.

Lo scorso 4 di aprile, infatti, Artreyo “Dimez” Boyd è diventato la prima scelta assoluta del primo, storico draft della NBA 2K League, la lega professionistica di esports lanciata nel 2017 dalla National Basketball Association e da Take-Two Interactive, multinazionale del videogioco, responsabile della quantità immane di ore trascorse in tutto il mondo davanti a capolavori quali BioShock, Red Dead Redemption e, appunto, NBA 2K.

Una collaborazione senza precedenti nel mondo del gaming, che ha permesso alle squadre, ai giocatori e alla 2K League stessa di usufruire, sin dalla fase embrionale del progetto, di un trampolino di lancio eccezionale, derivante di riflesso dalla straordinario livello di popolarità raggiunto dalla NBA negli ultimi anni. Delle 30 franchigie che compongono il campionato — 29 sul suolo statunitense e una in Canada — ben 17 hanno aderito al progetto da subito, iscrivendosi alla stagione inaugurale ed aprendo a tutti gli effetti una succursale dedicata alla pallacanestro giocata con il joypad tra le mani. Nel 2019 se ne aggiungeranno altre quattro.

Le brand identity della lega stessa e delle squadre sono state affidate interamente all’agenzia creativa statunitense RARE Design, che ha sviluppato una serie di colori, loghi e campi da gioco coordinati a quelli delle franchigie proprietarie, ampliando e rafforzando i loro marchi con coerenza.

Contenitore e contenuto

Fatto il contenitore, per la partenza del campionato non restava che prendersi adeguata cura del contenuto: in primis, i general manager delle 17 franchigie virtuali sono andati a comporre le rose di giocatori attraverso un sistema di selezione simile in tutto e per tutto a quello dei loro parigrado in NBA, pescando un numero prefissato di gamer tra quelli che avevano superato il processo di selezione.

A ridosso della prima palla a due virtuale, poi, la NBA 2K League ha stretto un accordo pluriennale con la piattaforma di livestreaming Twitch, per la trasmissione in diretta di tutti gli incontri, garantendo così un ulteriore grado di visibilità ai partner commerciali sposati alla causa. Un paio di nomi? Jordan Brand e New Era per quando riguarda il fashionwear, Alienware, HyperX e Scuf Gaming per quando concerne l’attrezzatura tecnica.

La crescita

Una volta iniziato il torneo, la Lega è cresciuta settimana dopo settimana in termini di popolarità e spettatori, centrando quell’obiettivo che il Managing Director Brendan Donohue si era prefissato alla vigilia della stagione inaugurale: “Il ritorno economico rimane molto importante, ma per il momento siamo concentrati sulla crescita della fanbase”.

Una crescita decisamente alla portata di Donohue e della NBA 2K League, la cui chiave per il successo passa per l’accessibilità e la popolarità della pallacanestro stessa, che sia giocata in un campetto sotto casa o vista in televisione.

“Io gioco a Overwatch”, ha aggiunto Donohue nella sua intervista a gamesindustry.biz. “Penso sia un gioco fantastico, e quando guardo qualcuno giocare lo capisco. Ma se quel qualcuno non ha mai visto Overwatch prima, può mettere in difficoltà e in soggezione. Ed è qui che la NBA 2K League ha un grosso vantaggio, ben distinto, perché quasi chiunque al mondo può guardare una nostra partita e comprendere chi sta vincendo e chi sta giocando meglio”.

Una buona base da cui partire. E sulla quale, già dalla prossima primavera, si comincerà a costruire in altezza: quattro squadre NBA — Atlanta, Brooklyn, Los Angeles e Minnesota — sono salite sul carro in corsa, ma sul tavolo c’è molto di più di una semplice crescita in termini di partecipanti al campionato.

La parità di genere tra i partecipanti, l’eventuale inserimento degli esports nel programma degli Youth Olympic Games, o i programmi di supporto ai videogiocatori che passano dal giocare nella loro cameretta al farlo davanti a un pubblico corposo, con montepremi considerevoli: i tavoli su cui la 2K League si sta impegnando sono diversi, e non c’è una partita più importante delle altre.

La vera sfida consisterà nel poterle portare avanti assieme, senza trascurare il cuore della Lega: il campionato.

E da questa parte dell’oceano?

È del 4 ottobre, invece, l’annuncio ufficiale che la Premier League lancerà un torneo di esports simile in tutto e per tutto alla NBA 2K League: il partner scelto dal campionato di spicco del calcio inglese, in questo caso, è Electronic Arts, casa di produzione di FIFA 19 e dei suoi numerosi predecessori, nonché padrona di casa delle FIFA Global Series.

I processi di selezione inizieranno a gennaio 2019, prima fase di un torneo che si svilupperà su due filoni distinti e paralleli — dedicati rispettivamente alle due consolle più utilizzate al mondo: PlayStation 4 e Xbox One — e che vivrà il suo culmine tra il 28 e il 29 marzo a Londra, quando la prima finale della ePremier League verrà trasmessa in diretta sia da Sky Sports, che dai profili social della Premiership.

Pochi giorni dopo, un annuncio simile è arrivato da parte della Superliga, il campionato di calcio danese. É passato invece poco più di un mese prima che sul treno dei grandi tornei virtuali saltasse anche la UEFA Champions League, che in qualità di evento, profumatamente sponsorizzato da Sony, concederà l’esclusiva ai soli utenti di PS4: montepremi? 215 mila sterline. Atto conclusivo in programma il 19 maggio a Madrid, un giorno prima della finale di Champions League.

Un comune denominatore: ePremier League, eSuperliga e UEFA eChampions League — la formattazione dei nomi è più importante che mai! — fungeranno da tornei di qualificazione per le FIFA Global Series, il più grande torneo di esports del mondo.

C’è da scommettere sul fatto che, anche in questo caso, il successo sarà enorme.