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Magazine aziendali fra passato e futuro

03 December 2020
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In un’epoca in cui tutti, aziende comprese, hanno a disposizione un numero elevato di canali digitali per comunicare praticamente in tempo reale, ad uno sguardo superficiale i mezzi di comunicazione meno “moderni” potrebbero sembrare anacrononistici.

Eppure, per fare una metafora musicale, proprio come i vinili non smettono di esercitare il proprio fasciano in musicofili di tutte le età, allo stesso modo ci sono degli strumenti “analogici” che continuano a rappresentare un interessante canale comunicativo per le aziende. E non parliamo solo di fascino vintage, ma di vera utilità.

È questo il caso dei magazine aziendali (o house organ), ossia delle pubblicazioni realizzate dalle aziende per scopi diversi, talvolta destinate al solo uso interno, altre volte invece diffuse presso un numero più ampio di destinatari.

Riviste aziendali che hanno fatto la storia

Un mezzo comunicativo che esiste da molto tempo, ma che continua ad essere usato in vari settori, in Italia come all’estero. Moltissime sono le grandi aziende italiane che ne hanno fatto uso negli anni, soprattutto a partire dal secondo Dopoguerra. All’epoca erano le aziende più grandi a scegliere di ricorrere a questo mezzo, che diventava un modo per comunicare fra reparti e figure diversi della stessa compagnia, ma nei casi più “illuminati” venivano usati anche per promuovere un dialogo culturale e sociale fra il settore di appartenenza dell’azienda promotrice e altri ambiti, anche in apparenza molto lontani, come nel celeberrimo caso di La civiltà delle macchine, il periodico informativo di Finmeccanica realizzato fra il 1953 e il 1979 (e ritornato poi nel 2019), che poteva vantare dei collaboratori del calibro di Alberto Moravia, Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Gadda.

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fonte: http://www.houseorgan.net/it/gallery/civilta-delle-macchine_6_26.htm

Basta leggere un estratto della lettera (“Lettera” era anche il nome di una rubrica della rivista) scritta da Ungaretti sul primo numero per comprendere il ruolo importantissimo che veniva attribuito a La civiltà delle macchine, e che andava al di là del semplice scopo informativo:

«La rivista che inizia con questo numero le sue pubblicazioni, e che tu dirigi, si propone di richiamare l’attenzione dei lettori anche sulle facoltà strabilianti d’innovamento estetico delle macchine. Vorrei anche che essa richiamasse l’attenzione su un altro ordine di problemi: i problemi legati all’aspirazione umana di giustizia e libertà. Come farà l’uomo per non essere disumanizzato dalla macchina, per dominarla, per renderla moralmente arma di progresso?».

Anche Pirelli, con l’omonima rivista pubblicata fra il 1948 e il 1972 si poneva come “ponte” fra la cultura tecnico-scientifica e la cultura in generale, e anche in questo caso troviamo fra i suoi collaboratori letterati di grande spessore, da Eugenio Montale ad Umberto Eco.

Pirelli-house-organ fonte: http://www.houseorgan.net/media/formato4/ho_503.jpg 


Si tratta certamente di esempi molto “alti”, che ci sembrano appartenere ad un mondo che non esiste più, ma anche in tempi più recenti si possono trovare esempi di aziende che hanno usato l’house organ a diffusione interna non solo per tenere informati i propri impiegati, collaboratori, partner o clienti su nuovi prodotti e progetti, ma anche per contribuire al dibattito sulle tematiche più pressanti del proprio settore, in correlazione con altri ambiti che inevitabilmente ne vengono toccati. È il caso, per esempio, di Henkel Life (il magazine interno di Henkel, in cui emerge un ampio focus sulla sostenibilità) e di Gente Barilla, il magazine che ha alternato negli anni notizie relative ai cambiamenti interni all’azienda con richiami a tematiche più ampie ma sempre legate al settore di appartenenza, come l’educazione alimentare e lo sviluppo sostenibile.

Le funzioni delle riviste aziendali nel presente

Quello che le esperienze dei grandi brand e le loro pubblicazioni, più o meno recenti, possono insegnare a tutte le aziende, grandi e piccole, internazionali e non, è che un house organ può avere diversi scopi e funzioni. In particolare, ogni azienda potrebbe usare questo mezzo di comunicazione per tre ragioni fondamentali:

1) Informare i propri dipendenti, partner o clienti sui cambiamenti e le novità in atto. Perché è vero che il mondo digital ci dà la possibilità di sfruttare altri canali forse più veloci e pratici, ma è anche vero che delle pubblicazioni periodiche più corpose e strutturate ci permettono di effettuare degli approfondimenti e di presentare vari temi diversi in un unico “contenitore”, dando ai destinatari la possibilità di prendersi il tempo di dedicarcisi nel momento che più troveranno opportuno. Tanti contenuti diversi messi insieme con criterio e collegati tra di loro permetteranno al lettore di avere una visione d’insieme e di capire meglio dove sta andando l’azienda, e chi ci orbita intorno (siano essi dipendenti o clienti) con essa.

2) Coinvolgere i dipendenti e collaboratori in quella che è la cultura dell’azienda e la visione che la muove. Come visto anche nei casi citati in precedenza, l’house organ, anche se diffuso “solo” fra i dipendenti, è un’ottima occasione per condividere la filosofia aziendale e rendere partecipi di essa tutti coloro che nell’azienda lavorano. È un po’ la logica dell’Internal branding, per la quale i dipendenti che si sentono motivati e coinvolti, conoscono e condividono i valori e gli obiettivi del brand, non solo lavorano meglio, ma possono diventare il miglior testimonial del brand stesso.

3) Partecipare al dibattito e al dialogo su temi pressanti che toccano il settore di appartenenza. Si parla sempre più spesso di “civic brands” e dell’impegno sociale di molte aziende. Affrontare temi di rilievo in un magazine aziendale, e far capire l’impegno dell’azienda in questo senso, permette all’azienda di rafforzare la propria brand awareness.

Un’ultima considerazione: se proprio il cartaceo non convince, si può sempre ricorrere anche alla versione online del proprio magazine aziendale: è quello che fa, per esempio, Henkel nella versione global, com il suo eMagazine Henkel Life Global, ma anche Wikipedia (e da un’enciclopedia online non potevamo aspettarci nulla di diverso), che nel suo The Signpost pubblica interviste ai collaboratori e notizie corporate.

The signpost wikipedia

Cartacea o digitale, destinata ad una diffusione interna o esterna, la rivista di un’azienda è un interessante canale comunicativo che, resistendo ai cambiamenti repentini dei nostri tempi, può far parte di una strategia da adottare nel presente e nel futuro.